La Pietà di Luco
Andrea del
Sarto, Firenze 16 luglio 1486 – 29 settembre 1530
“Pietà di
Luco”, 1523-1524, Galleria Palatina, Firenze
Andrea del
Sarto fu definito da Vasari un artista “senza errori”, per la semplicità con
cui riusciva a realizzare le sue opere. Essendo vissuto a cavallo tra il XV e
il XVI Secolo, egli risentì del periodo di passaggio tra il Rinascimento e il
Manierismo, creando allo stesso tempo una sintesi delle più importanti
innovazioni che il Quattrocento italiano aveva prodotto: lo “Sfumato” leonardesco,
le volumetrie michelangiolesche e i cromatismi raffaelleschi. In quest’opera
l’artista utilizza una pennellata molto morbida che addolcisce i lineamenti dei
soggetti, creando un’atmosfera molto amorevole in cui si vede anche un effetto quasi
vaporoso che ammorbidisce l’ambiente circostante. La tavolozza è veramente
notevole: la luce che colpisce i personaggi rende i colori veramente vividi.
Questa scelta, insieme a quella della composizione che si articola attraverso
le diagonali, fa convergere l’occhio dell’osservatore verso la parte principale
dell’opera: il compianto di Cristo. Al centro infatti troviamo Maria che
osserva il figlio defunto, tenendone il braccio. Ma il suo sguardo, a
differenza di quanto ci si possa aspettare, non è disperato, ma solo un po’
turbato: Andrea del Sarto opera una vera e propria sospensione del dolore alla
quale tutti i personaggi che partecipano alla scena sono soggetti. Questo
infatti non è manifesto, ma sta per esternarsi nei volti, già un po’ corrucciati,
degli astanti.
-And
Immagine reperibile presso il link:
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